PONTEDERA: Zappolini, Delgadillo, Marinsalda, Poldaretti, Natale (Maio), Rocchi L. (Monti), Melillo, Donzello (cap.), Smoqi (Orsini), Turini (De Biasi), Bandecchi (Lombardi). All.: Zuanel. A Disp.: un c’era rimasto più nessuno. Folklore: bastiamo già noi.
MARCATORI: Raspollini (L), Delgadillo (P), Turini (P), Smoqi (P) – reti segnate nell’ordine scritto; prima vittoria in rimonta della nostra sezione e per giunta sul campo della prima in classifica ancora imbattuta.
NOTE: a fine gara Simola (presidente sez. di Livorno) rosicava, e parecchio.
Nando-Razuas Sleale: “Serve svoltare, serve svoltare, serve svoltare… eppure, eppure, eppure è possibile anche se pare impossibile.
La foresta è veramente oscura in un attimo di genuflessione in avanti; le cose al loro posto, un panorama familiare.
L’elucubrazione, la progettazione, il partorimento, non come pedine di diverso colore e forma, ma speculari che cercano gloria in uno schema comunque assai arzigogolato.
La cosa è più semplice, ma come Mastroianni anni fa se fossi una nuvola, il panorama migliore mi apparirebbe, di più facile interpretazione.
Dopodiché cadere da lì, limpido, puntare il dito, la decisione.
Vaneggiando, delirando, d’impostazione la soluzione trovata fu, come il ricordo molto lascia pensare: sigarette, spettacolo, parole sillabate e ciò nonostante macigni tirati. Eppur dall’altra sponda dovrei stare, ma qui poco importa. Ad ogni modo come Guglielmo Tell sono, forse c’è un po’ di confusione, comunque sotto la mela mi pare di stare.
Chi se ne frega, la via è tracciata, di similitudini neppure a parlarne, però sotto la mela mi sento, ora sono preda; la fiocina l’ho scagliata, anziché fuggire sotto gli abissi con un Nautilus ho utilizzato l’arma migliore per sgombrare il triangolo delle Bermuda da leggende e/o incagli.
Ma quale rischio, il cartello della salita di fronte dice 15 per cento. Niente paura, fuori gli elementi della virilità da inculcare in chicchessia a prescindere.
Bel guazzabuglio, qui occorre un sistema moderno e ciò che conta è il risultato. Eureka qualcuno affermò; sfregiare, sfregiare in attesa di un qualcosa di variopinto dalle moltitudini agognato.
Niente! Finire con le fantasticherie: niente inventori d’universi. Basta è ora!
In caso di solitudine dovrebbe essere abbastanza facile, ancora una volta in attesa della contemporanea partenopea frase. Basta! Ancora una volta la fune al punto giusto ti ha riportato seppur di acqua ne è passata poca sotto a cosa di solito si vuol dire, nella scatola come il feudalesimo dovrebbe essere distante.
Ci siamo solo la nuda e cruda realtà potrà parlare con tutte le sue variabili e la lapalissiana presenza di chi porta remi chissà in quale direzione.
Numeri si rincorrono, quale gioco potrà essere migliore e non certo penso a stormi d’uccelli neri nel vespero migrar.
L’organizzazione pare una chimera, come Mowgli in luoghi assai tempranti; servirebbe il desiderio di barcamenarsi, la solida capacità del branco.
Un fendente scagliato con olimpionica precisione, il sangue è poca cosa, il ricordo corre ad un processore da migliaia di dollari o di chissà quale altra valuta immaginata che anziché sviluppare un cervello proprio s’indirizza in un infinito assai nefasto di cui ancor poco si conosce.
Un’ancora, un argano, qualunque cosa purché come un determinato angolo si possa ottenere, persino in maniera arbitraria. Eppur si muove ancor c’è chi è convinto della sua scienza, quale ignobile idiozia, a forza di auto inculcarsela in molti hanno finito con lo sposarla.
Già mai, da qui ripartire quale godimento, ma chissà… sono baldanzoso, il nuovo sfoglio agir potrà, credo.
L’odore ormai mi ha penetrato, figure oniriche ed appariscenti si susseguono, nessun sidro è stato liberato. In un antico video l’immagine era fissa su esso e un “n” più uno ognuno di noi ne possiede anche se niente deve far pensare al parallelismo coi numeri famosi di alcune pagine balzate in alto.
Roteando dalla parte giusta l’immagine pare quella della Pastorale di Beethoven e proprio come costui sento l’imponderabile cominciare a mancare.
Ecco che torna l’immensità, quasi in una posizione assai rilassante, niente spaventa, i vecchi saggi tornano alla mente come un pendolo senza fine, non dell’esattezza di quello di Focault, si sta parlando di ambiti meno elevati però pregni di umane soddisfazioni.
Ormai la tocco, la sento e ho davvero sentito: e sono tre! E sono tre! E sono tre! E sono tre”.
PAGELLE
Luca Zappolini 8: nell’ultima pagella l’avevamo lasciato goleador dagli occhi dolci, mentre oggi lo ritroviamo in un ruolo totalmente diverso e con un’indole altrettanto mutata. Ormai il piccolo bambi non c’è più, al suo posto è comparso già da qualche tempo un posseduto estremo difensore. Negli ultimi mesi il buon rampollo del futsal deve essersi dedicato alla visione di pellicole quali “Profondo rosso”, “The Ring”, “Constantine” o “L’esorcista” in quanto scende in campo con gli occhi iniettati di sangue pronto a mangiarsi chiunque gli si presenta davanti. A fine partita è servito un rito satanico per riportarlo sulla retta via, anche perché era ancora galvanizzato da una parata decisiva sul 1-2 a nostro favore. Mefistofelico!
Davide Delgadillo 8,5: da buon pisano sentiva in maniera particolare la sfida con Livorno. All’inizio, il mister gli affida la parte sinistra del centrocampo, tempo due secondi e mezzo ed è già nel ruolo di terzino, suo posto naturale. È l’unico dei nostri ad entrare immediatamente in partita e guarda caso è lui a trovare il pareggio sugli sviluppi di un calcio di punizione battuto da Turini. Nel primo tempo Pontedera è stata soprattutto Delgadillo e vista la vittoria finale non possiamo far altro che ringraziarlo all’infinito. Impallato!
Daniele Marinsalda 8: parlare di Daniele significa salire sulle montagne russe: in alcune serate è impalpabile, in altre una roccia, come mercoledì. Seppur protagonista di un avvio stentato, appena prese le misure alle punte avversarie sbaglia poco o nulla, ricorrendo spesso e volentieri a degli anticipi eccezionali e quando un difensore centrale non ha paura di giocare d’anticipo vuol dire che è in forma strepitosa. Granito!
Rocco Poldaretti 7,5: ehi Biondo! Ehi Biondo! Ehi Biondo! Anche se con parole diverse, nei primi minuti molto degli incitamenti dalla panchina erano soprattutto per lui. Rocco è stato infatti uno degli ultimi ad entrare in partita, ma appena tornati in pareggio pure lui si è resettato allineandosi alle prestazioni dei suoi compagni difensivi. A prescindere dall’avvio stentato anche lui è senza dubbio un grande acquisto per la nostra squadra. Nelle prossime uscite gli chiediamo maggior cattiveria, non a livelli Zappolini, ma comunque qualcosa in più rispetto all’altra sera. Sornione!
Nicolò Natale 8+: Nocciolone non ha mezze misure: o fa cagare (regalando rigori, perdendo l’uomo o sbagliando persino i passaggi da scuola calcio) o è mostruoso. Contro Livorno è stato mastodontico, preciso, attento, mai surclassato, perfetto nei rinvii, eccezionale nel prendersi un’ammonizione tattica, un sogno! Alla sua sostituzione, nel finale, qualcuno si è addirittura immollato affinché non uscisse e vi posso assicurare che costui non avrebbe mai pensato di compiere un gesto simile per Natale. Abbagliante!
Blendi McQueen Smoqi 7,5: in attesa di trovargli un soprannome più azzeccato, in quanto quello di McQueen che supponiamo derivi dal film disneyano Cars, dal suo essere veloce, appunto una saetta, proprio come la macchina animata protagonista della pellicola suddetta bla, bla, bla… siamo comunque qui a commentare un’altra ottima partita da parte del buon Blendi Hablatore McQueen Smoqi senza la “u” dopo la “q” mi raccomando bla, bla, bla…
A dire il vero è apparso per lunghi tratti spaesato, ma appena si sono allargate le marcature, per lui è stato un gioco da ragazzi mettere in seria difficoltà la difesa labronica, suo il gol del 3-1 in contropiede. Perforatore!
Federico Melillo 7+: Ferito nell’orgoglio per non aver ricevuto la fascia di capitano ad inizio partita, spinto dalla rabbia sfodera una prestazione generosa come non mai, lui che di solito dopo trenta minuti tende a calare drasticamente sin quasi a scomparire. Cinque minuti di autentico terrore ad inizio secondo tempo dove non ne azzecca mezza, ma come cantava qualcuno: dopo il temporale spunta sempre il sole. Arcobaleno!
Daniele Donzello 7,5: arrivava da due partite sottotono ed, inutile negarlo, quando non gira lui l’intera squadra ne risente. Giustamente, ad inizio partita, il mister lo inorgoglisce affidandogli la fascia di capitano e forse anche grazie ad essa si sveglia dal torpore. Soprattutto nella ripresa, ben imbeccato, è stato protagonista di scorribande mica da ridere. Tornato quello di una volta anche dal punto di vista dei falli commessi: almeno una trentina, anche se in qualche circostanza ha un po’ esagerato. Se non fossero intervenuti i compagni, invitandolo a più miti interventi, l’espulsione sarebbe arrivata così come il prossimo rincaro della benzina. Ridestato!
Leonardo Rocchi 6: si è confermato il jolly della formazione pontederese. In molti anni di associazionismo, portiere a parte, ha ricoperto quasi tutti i ruoli: dalla punta, al difensore centrale, passando per il terzino e il centrocampista. Schierato appunto come terzino, appena spodestato da Davide Delgadillo si è piazzato nel settore sinistro dell’attacco attuando quello che sa far meglio: il pressing. Per tutto il resto lo attendiamo quando avrà maggior fiato da spendere. Incalzante!
Riccardo Turini 7,5: “È solo, È solo, È solo! Solo il portiere davanti. Buttala dentro! Buttala dentro! Buttala dentro! Nooooooooooo! Ma come hai fatto a sbagliare”. “Cross dalla destra, la palla spiove, tiro al volo incrociato: gooooooollllllllllllllll!”. Finalmente anche Riccardo è riuscito a gonfiare la rete dopo aver sbagliato, nelle partite precedenti, l’impossibile. Ma il Turo è questo: divora i gol facili, fallisce i rigori, ma segna quelli difficili e gli vogliamo bene lo stesso. Paradosso!
Marco Bandecchi 6: e qui per descrivere la partita di Marco servirebbero un numero di pagine pari quantomeno alla somma delle due tesi discusse da questo scriba (circa 400 pagine), ma siccome sarebbe alquanto stucchevole, ci limitiamo a poche pacate considerazioni. Cazzo! ma quando ti dai una svegliata? A parte qualche bell’aggancio, il nulla cosmico. Tutte le volte che mette giù un pallone, siccome lo fa con classe, sembra che attenda gli applausi per il gesto tecnico, non curandosi del fatto che appena due secondi dopo non ha più niente tra i piedi perché gli avversari, nel suo vaneggiare, gli hanno già portato via il possesso involandosi in contropiede.
Maremma cadaverica: serve dinamismo, pragmatismo. D’ora in avanti tira fuori tutto quel che hai anche solo per zittire chi sta scrivendo, che sia chiaro, sarebbe il primo a godere di una tua prestazione degna della tecnica che possiedi e della fiducia che ripone nelle tue doti. Piacione!
Mirko De Biasi 6,5: è l’uomo dalla mono-giocata: far scorrere la palla e rincorrerla puntando la porta a testa bassa nella speranza che nessuno gliela tolga. Appena gettato nella mischia non può far altro che attuarla a più non posso, ma visto il ruolo in cui è stato schierato (alto sulla sinistra d’attacco) era proprio quello che gli si chiedeva. Rigoroso!
Enrico Maio 6,5: Subentrato al posto di Natale nel ruolo di terzino destro, vista la prestazione di Nocciolone non poteva far altro che inserirsi nel solco. Nel tempo che gli viene concesso imita in tutto e per tutto colui che lo aveva preceduto comportandosi nel migliore dei modi e arginando gli attacchi avversari. Soldato!
Gabriele Lombardi 6,5: entrato in un momento in cui occorreva soprattutto difendersi dagli ultimi attacchi livornesi è quasi naturale che chi come lui, subentrato nel ruolo di punta centrale, abbia avuto poche chance di marcare il cartellino. Ad ogni modo si muove bene e cerca di dare il proprio contributo. Mobile!
Antonio Orsini 7: Finalmente abbiamo trovato la sua dimensione. Dopo averlo provato a centrocampo o addirittura terzino dal primo minuto, ruoli in cui si è dimostrato a suo agio come un pinguino ai caraibi, nella sfida livornese ha fatto vedere che se vogliamo ottenere il massimo da lui, la cosa migliore è farlo entrare a partita in corso affinché possa esprimere la sua velocità, costringendo gli avversari a stenderlo. Aculeo!
Alessandro Zuanel 8,5: oltre al flusso di coscienza, il mister si merita anche una valutazione personale. La sua impronta si vede e non solo per aver scelto il 4-3-3 quale modulo di gioco. Indubbiamente era il maggiormente felice per la vittoria conseguita – la più prestigiosa mai ottenuta da Pontedera nel Torneo Aulisa. Era talmente contento che negli spogliatoi, così come a cena le uniche frasi che gli uscivano rasentavano l’idiozia. E andiamo!
Pio Malnoto