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Raduno Coverciano I Categoria

ARBITRI CONVOCATI SEZ. PONTEDERA
CASALINI GIACOMO
CELARDO TOMMASO
DELGADILLO DAVIDE
DONZELLO DANIELE
PROGRAMMA DELLA GIORNATA
9.00 Arrivo presso il Centro Federale di Coverciano
9.15 Riscaldamento e preparazione per lo yo-yo test
10.00 Effettuazione 40metri e yo-yo test
10.45 Riunione nell’Aula Magna ed effettuazione Quiz Tecnici
13.00 Pranzo
15.00 Arrivo degli Arbitri CAN A e CAN B
15.45 Riunione nell’Aula Magna, disposizioni tecniche – Discorso CRA
17.30 Visione Filmati partite
18.50 Ritorno a casa
TEMI AFFRONTATI
• Consegna Rapporti di Gara
• Consegna Vademecum
• La figura dell’arbitro vista con gli occhi delle società e quella effettiva
• Cognizione delle proprie capacità e dei propri limiti
• Forza di volontà, come motore e mezzo per raggiungere i nostri obbiettivi
• Linguaggio del corpo come mezzo di comunicazione della propria credibilità
• Accettazione designazioni
• Congedi e Certificati medici
• Tessera Allenatore
• Ritardo arrivo alla gara
• Visione filmati partite
• Studio dei provvedimenti disciplinari
ANALISI TEMI TRATTATI
Consegna rapporti di Gara: Secondo quanto disposto presso odierna riunione, i rapporti di gara devono essere possibilmente spediti via fax la domenica sera o il lunedì sera, poiché devono pervenire al giudice sportivo entro e non oltre il mercoledì mattina.
Consegna Vademecum: è stato consegnato il vademecum 2011-2012 nel quale sono presenti le informazioni necessarie per la compilazione dei referti di gara, per contattare i componenti CRA, per contattare l’organico in forza alla regione, per accettare la gara e per chiedere un congedo.
La figura dell’arbitro vista con gli occhi delle società e la figura reale dell’arbitro: L’arbitro è considerato dalle società fonte di potere e quindi soggetto da tenersi vicino. L’arbitro quando arriva al campo dà una prima impressione alla società cui si presenta e tale impressione non potrà più essere cambiata. È pertanto consigliato di evitare qualsiasi contatto confidenziale con dirigenti e calciatori, mentre è necessario arrivare tassativamente almeno 60 minuti prima dell’inizio ufficiale della gara, di presentarsi alla gara vestito in modo decoroso e serio. La serietà dell’arbitro scaturisce dal modo di porsi con le persone, in senso fisico e in senso psicologico: in senso fisico, perché l’aspetto esteriore è la prima cosa che gli occhi delle società vedono, in senso psicologico, perché il modo di porsi anche tramite il linguaggio usato, è ciò che le società percepiscono al primo contatto con la figura dell’arbitro. Noi arbitri pretendiamo rispetto e per questo motivo dobbiamo anche portarne: è fondamentale dare del “lei” ai componenti delle squadre. I giocatori ci temono e qualsiasi gesto di “affetto” nei loro confronti comporta un aumento di confidenza. L’arbitro, tuttavia, come lo vediamo noi colleghi, è una figura di primissimo livello, il cui ruolo è quello di fare il giudice super partes di un incontro di calcio: deve assumersi le proprie responsabilità, perché da grandi poteri derivano grandi responsabilità, e deve conoscere al meglio il regolamento per saper guidare e chiarire ogni concetto richiesto e per saper scegliere correttamente nel decimo di secondo in cui avviene un contatto. Per quanto riguarda il potere dell’arbitro, possiamo affermare che l’arbitro non deve essere autoritario, ma autorevole.
Cognizione delle proprie capacità e dei propri limiti & Forza di volontà, come motore e mezzo per raggiungere i nostri obbiettivi: i convocati al raduno di prima categoria, che si è tenuto oggi, sono prevalentemente giovani (ci sono anche i cosiddetti arbitri “internazionali”: così li ha definiti Matteo Trefoloni considerando la loro grandissima esperienza), tra i 19 e i 23 anni, che hanno un’ottima potenzialità e ottime prospettive. Un arbitro deve avere come obbiettivo, il più grande in assoluto e non deve mai accontentarsi: accontentarsi significa non credere in se stessi, e l’unico modo per poter avere un futuro roseo è credere in se stessi. Bisogna crederci al 101% perché se ci crediamo al 99% siamo già privati delle nostre possibilità: solo credendo in noi stessi, la commissione CRA può riuscire ad aiutarci, e questa investirà in noi, solo quanto noi riusciremo a investire in noi stessi. Un arbitro con scarsa voglia, con poca volontà, sarà ricompensato con la stessa moneta dalla commissione: se le capacità di un arbitro sono carenti, ma la forza di volontà è massimale, questo CRA riuscirà ad accompagnarci in alto, fin dove vorremo. Infatti, non si fa selezione di talenti, ma selezione di uomini: meglio un arbitro di 30 anni che ci mette tutto se stesso, di un 20enne che dimostra una scarsa applicazione e che non onora al meglio la divisa che indossa. Insieme possiamo farcela, da soli verremo distrutti. La commissione vuole arbitri su cui si può lavorare e non arbitri che sono già “onniscienti”.  L’arbitro deve riuscire a autogestirsi e riuscire a gestire correttamente il rapporto inter partes: gestire se stesso in quanto deve auto motivarsi, riuscire a sentirsi a proprio agio, auto controllare le proprie paure e individuare la propria forza e gestire il rapporto tra e con le società capendole, gestendo al meglio i rapporti interpersonali e creando con la propria squadra la migliore sintonia possibile. È fondamentale saper affrontare anche l’errore, controllando il proprio stato emotivo nei momenti di difficoltà.
Linguaggio del corpo come mezzo di comunicazione della propria credibilità: il linguaggio del corpo, in sintonia con la tempestività dell’intervento dell’arbitro, sono componente fondamentale per la trasmissione della propria credibilità e dell’efficacia dell’intervento stesso. Altra prerogativa necessaria per l’acquisizione e la trasmissione della credibilità è l’uniformità del metro di giudizio.
Accettazione designazioni: è consigliabile accettare la designazione dopo 30 minuti dal suo arrivo, per evitare che non arrivi il messaggio di conferma. Non saranno accettate scuse di questo genere.
Congedi e certificati medici: per rispetto di tutti gli associati e di tutta la commissione, ogni arbitro, nel suo singolo, deve inoltrare tempestivamente la richiesta di congedo soprattutto nei periodi estivi, quando ci sono molte amichevoli e l’organico a disposizione è poco: questo per facilitare anche i componenti e per questione di rispetto. Per stare bene insieme ci vuole cooperazione. Lo stesso vale per i certificati medici: si pregano tutti gli arbitri di fare la visita almeno 20 giorni prima in modo tale da poter essere impiegati nelle designazioni che vengono preparate solitamente per i successivi 15 giorni. Siamo sicuri che non valga la pena di perdere 10 giorni dalla scadenza del certificato per arbitrare? Chi non la pensa così dimostra di non avere a cuore quello che l’AIA e il CRA fanno per noi e pertanto parte con un handicap notevole.
Tessera Allenatore: nelle ultime partite è sorto un problema, specialmente nei campionati di 1^ e 2^ categoria: l’allenatore che non ha il patentino per allenare, non potrà essere scritto nell’elenco giuocatori sotto la voce Allenatore, ma potrà solo essere un dirigente. Tuttavia è solo una questione regolamentare, nel senso che ogni dirigente in panchina, ma solo uno alla volta, può dare indicazioni ai calciatori in campo.
Ritardo Arrivo all’impianto di giuoco: tutti gli arbitri che si accorgessero di non riuscire ad arrivare almeno con 45 minuti di anticipo, devono avvertire immediatamente il PRONTO AIA, in modo tale che, se una società chiede chiarimenti sulla presenza o meno dell’arbitro, si possa rispondere efficacemente e immediatamente alla medesima società: è una forma di rispetto necessaria per non incappare in quelli che sono avvenimenti, che non fanno fare una bella figura alla nostra associazione. Tuttavia la chiamata, non eliminerà eventuali sanzioni che la commissione vorrà infliggere all’arbitro inadempiente dei propri doveri: bisogna essere uomini e avere gli attributi di dire come stanno le cose, anche perché eventuali scuse saranno superflue alle successive conseguenze che ci verranno inflitte.
Visione Filmati Partite: nella visione di brevi spezzoni di partite, valutando i singoli episodi, siamo giunti alla conclusione che sia meglio sbagliare ma essere credibili, che far bene ed essere violentemente contestati: non è importante se sbagliamo l’assegnazione di un rigore, perché è una frazione di secondo in cui dobbiamo decidere e l’errore è insito nella natura umana, ma è importante che sappiamo essere credibili. Tuttavia l’errore ci è consentito solo sul terreno di giuoco, ma fuori dal rettangolo verde è fondamentale non commettere imprudenze, poiché graverebbero solo sulla figura dell’arbitro preso come singolo e sarebbero indifendibili, in quanto nocive a quel principio di serietà appartenente alla nostra associazione.
Studio dei provvedimenti disciplinari: i provvedimenti disciplinari sono un’operazione che può essere fatta come atto dovuto e che può scaturire esclusivamente da una corretta lettura della gara: sono uno strumento di prevenzione e simbolo della presenza dell’arbitro in campo. È fondamentale e imprescindibile la conoscenza della distinzione tra grave fallo di giuoco e giuoco pericoloso ed è altrettanto basilare e di vitale importanza per la corretta gestione della partita avere coraggio di decidere e ad avere la predisposizione mentale ad alterare gli equilibri in campo: di recente in un raduno CAN D, Tarcisio Serena affermò che l’arbitro non può decidere di non decidere. L’arbitro deve avere il coraggio di prendere una posizione, giusta o sbagliata che sia, ma sicuramente, non sbaglierà mai quanto potrebbe fare. astenendosi dal giudicare una situazione di giuoco.
Non è da mettersi in dubbio l’utilità di questo raduno, che ha fatto apprezzare ogni singolo sforzo della commissione e anche di noi arbitri effettivi, che sul campo e nei quiz tecnici abbiamo dimostrato di metterci tutti (o quasi) la buona volontà di crescere e migliorare. Alla fine dobbiamo lavorare tutti insieme per poterci evolvere e per poter far diventare grande questa Toscana. Ce la faremo se solo lo vorremo, perché i giovani sono il futuro e il come sia questo futuro dipende moltissimo da essi. Ognuno è padrone del proprio destino. In conclusione, da questa bellissima giornata trascorsa in letizia insieme a tanti colleghi, che ci hanno reso partecipi della loro esperienza, abbiamo capito che il nostro destino è unicamente nelle nostre mani, per cui noi saremo quello che decideremo di essere e se lo vorremo, con forza e convinzione al 101%, arriveremo ovunque insieme.

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