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Al raduno con Trefoloni e Collina: l’importanza del coraggio.

Il 3 e 4 Gennaio si è tenuto il Raduno di Promozione ed Eccellenza Toscana in uno dei luoghi più esclusivi della Versilia, la città di Viareggio. La giornata iniziata con i consueti Test Atletici si è protratta all’interno di un sontuoso Grand Hotel di Viareggio, nel quale il Presidente Regionale Matteo Trefoloni ha prima attenzionato l’importanza di svolgere degli “eccellenti” test atletici, che possano essi essere lo Yo-Yo Intermittent Recovery Test (navetta sui 20 metri) o il “FIFA test” (un esercizio di interval training sul fondo veloce); in seguito si è passati all’aspetto tecnico con la visione di filmati di gare di Promozione ed Eccellenza Toscana, iniziativa che il Comitato Regionale Arbitri ha intrapreso da ormai due anni e che si è sviluppata anche con l’introduzione di “PATos” (Piattaforma Arbitri TOScana).

PATos per chi non lo sapesse è appunto una piattaforma online, che permette di visualizzare degli episodi scelti ed estrapolati dalle gare su indicate, sui quali gli Arbitri e gli Assistenti dovranno concentrarsi, commentando la decisione tecnica e/o disciplinare o commentando l’aspetto comportamentale e tattico.

Il preambolo alla visione si è incentrata sul fatto che lo scopo di un arbitro regionale deve essere quello di garantire l’uniformità dei campionati e di portare avanti la propria ambizione personale, ma per far ciò è indispensabile conoscere il regolamento: Trefoloni afferma che sbagliare è normale, sbagliare vuol dire “per me è rigore” e dopo la visione del filmato dire “non è rigore”, sbagliare vuol dire “per me è giallo” e dopo la visione del filmato dire “per me è rosso”. “Andare in confusione in campo non vuol dire sbagliare, quello non è sbagliare; andare in confusione in campo vuol dire non essere preparati per la partita e ciò implica giocarsi il campionato”. Continua, insistendo col solito piglio: “Arbitrare è una cosa importante, ma soprattutto è una cosa che prevede responsabilità: la vostra prima responsabilità è essere presenti al 101% in ogni singolo momento della gara, perché non essere concentrati può portarvi a far danni alle società e ciò non potete e non possiamo permettercelo; la logica dello sbagliare può andare bene quando l’errore è comprensibile, quando l’errore è giustificabile. Viceversa quando l’errore è dato a mancanza di conoscenza del regolamento ed è dato da mancanza di concentrazione l’errore non è comprensibile e non è perdonabile”. Affinché si possa prendere una decisione di assoluta importanza dopo pochi minuti dal calcio di inizio, la “ricetta” è composta dalla concentrazione massimale per tutta la durata della gara, dal fischio di inizio al triplice fischio finale, e dal coraggio.

Mi soffermo sul tema del coraggio per due motivi: è stato il Chief refereeing Officer UEFA Pierluigi Collina a introdurlo ed è stato lo stesso Collina a trattarlo. Pierluigi, ospite d’onore così come lo era stato in precedenti raduni regionali, si è presentato così, semplice e diretto, conciso e straordinariamente incisivo sul messaggio, che voleva farci pervenire: “innanzitutto siete fortunati ad avere una commissione che lavora così, siete considerati degli arbitri di élite, perché la piattaforma che avete a disposizione (ndr. PATos) è uno strumento che hanno solo le federazioni estere, la FIFA, la UEFA, la Commissione Arbitri Nazionale di Serie A e la Commissione Arbitri Nazionale di  serie B. Voi, ragazzi, dovete crescere attraverso gli errori; Nietzsche diceva “What doesn’t kill me, make me strong”, ovvero “quello che non vi uccide, vi fa più forti” e dovete saperne trarre beneficio, dovete saper guardarvi allo specchio cercando di imparare, mettendovi in gioco; c’è una cosa che non vi possono dare ed è una delle cose che vi consente di rimanere un arbitro regionale oppure vi consente di sperare, di provare, di porvi come obbiettivo quello di diventare un arbitro di élite: il coraggio.

Se non avete il coraggio, fare l’arbitro non è per voi; se di fronte a situazioni difficili, complicate, rischiose, dovete avere il coraggio di decidere, non di mediare. Dovete avere il coraggio di decidere in pochi secondi, il coraggio ve lo date voi e ve lo potete dare solamente voi: quando si vede l’arbitro che va troppo spesso dall’assistente, vuol dire mancanza del coraggio di decidere da soli, di assumersi la responsabilità della decisione. Se non avete questo, il vostro Comitato Regionale Arbitri può metterci tutta la passione, tutto lo sforzo, tutto il lavoro, tutta la disponibilità, ma non potrete mai arrivare: non si può comprare il coraggio, il quale è una cosa che hai dentro e che fa la differenza, che consiste nella voglia di lavorare, di sacrificarsi, di imparare e di non dare mai niente per scontato.”

Collina ha concluso poi il suo intervento dicendo: “dovete mettervi davanti allo specchio, anche quando le cose vanno bene, e domandarvi cosa potete fare di meglio e cosa potete fare per migliorare: è questa la mentalità di un arbitro di élite e di un arbitro che ha arbitrato la finale della coppa del mondo. È molto lenta l’arrampicata, passettino dopo passettino, perché bisogna trovare l’appiglio giusto per andare ancora più in alto e perché se perdete l’appiglio la discesa è velocissima e non sempre c’è una corda di sicurezza che vi salva. La voglia di fare sempre meglio è l’ingrediente per ottenere i risultati ambiti”.

Un raduno esaltante e sicuramente corroborante di quelli che sono i valori e le virtù necessari per essere un vero Arbitro, per potersi non fermare a riguardare l’album delle foto fatte finora, ma per continuare a scattarne delle nuove, con determinazione ed ambizione, ma soprattutto con coraggio di mettersi in discussione.

Davide Delgadillo

Pubblicato il 5 Gennaio 2014 su AIA Pontedera
Pubblicato il 18 Gennaio 2014 su Cra Toscana
Pubblicato il 21 Gennaio 2014 su AIA FIGC

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